“Il mondo è come un libro e chi non viaggia ne conosce una pagina soltanto”
Sant'Agostino
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Davide e Claudia percorreranno l'itinerario su una Suzuki Bandit 1200S, con un po' di spagnolo (di quello dove si aggiunge una "s" finale a ogni parola), tanta voglia di viaggiare in moto, divertirsi, esplorare posti magnifici e con una gran fame di avventura, tapas, cerveza, sherry e flamenco.
KM TOTALI: 6161
DURATA: 16 GIORNI
ITINERARIO:
10/12 Giugno - Partenza da Sasso Marconi (BO) per Granada
13 Giugno - Visita a Granada
14 Giugno - Visita della Sierra Nevada
15 Giugno - Trasferimento a Siviglia
16 Giugno - Visita a Siviglia
17 Giugno - Visita a Cordoba
18 Giugno - Visita della Sierra Donana e El Rocio
19 Giugno - Trasferimento a Tarifa con visita a Jerez della Frontera
20 Giugno - Visita a Gibilterra
21 Giugno - Visita a Ronda e Sierra de Grazalema
22 Giugno - Visita a Vejer de la Frontera e gita in barca nello stretto
23/25 Giugno - Rientro a Bologna
Finalmente si parte! Dopo tanti mesi passati ad aspettare questo momento e due estati dedicate al risparmio per la casa, eccoci pronti. Per fortuna abbiamo scelto giugno per il viaggio, perché in luglio o agosto l'Andalusia sarebbe stata impraticabile in moto, per via del caldo. Nei primi tre giorni, il clima è stato addirittura fresco, diventando estivo solo nei pressi di Granada, dove siamo passati da 15-20 gradi a oltre 30. L'arrivo a Granada, tanto atteso, è stato preceduto dalle "sierre", ma gli occhi cercavano la Sierra Nevada con le sue cime innevate. Gli ultimi 70-80 km prima della città sono stati accompagnati dalla maestosa Sierra Nevada, che ci ha accolto dall'alto dell'altopiano. Purtroppo, la prima impressione di Granada non è stata ottima: ci è apparsa come una grande pianura, completamente costruita e abitata, quindi poco affascinante. In più, essendo pomeriggio, abbiamo subito un notevole aumento di temperatura durante la discesa nella valle. Per fortuna, nel campeggio eravamo quasi soli :) e si trovava in una zona ventosa, così ci siamo rilassati, pregustando la visita all'Alhambra del giorno successivo.
Parliamo subito delle tapas: vivrei di tapas! Abbiamo sempre pranzato e cenato così, provando di tutto: carne, pesce, verdure, formaggio, e di qualsiasi prezzo. Se non si ha molta fame, si riesce a mangiare con una spesa ridotta. Io, con la mia fame, spesso ordinavo 3 o 4 tapas e poi, se ne trovavo una particolarmente buona, ne chiedevo una porzione normale. Tre volte abbiamo mangiato paella, la migliore a Siviglia, proprio davanti alla Giralda. L'abbiamo vista passare e siamo stati rapiti dal suo odore e dall'aspetto divino (più o meno come Obelix con l'odore del cibo). Ci siamo seduti e l'abbiamo ordinata: un vero paradiso!
Per quanto riguarda il bere: si inizia con una caña (birra piccola), e poi "uno mas" per continuare. Anche la sangria è ottima, e non parliamo delle spremute d'arancia o dei vini, sherry, ecc... delle varie zone. In pratica, è impossibile mangiare e bere male!
Finalmente il giorno dell'Alhambra! Le guide consigliano di prenotare i biglietti in anticipo, ma al campeggio ci hanno detto che non era necessario in questo periodo. Così ci siamo recati all'ingresso all'apertura e, anche se un po' dubbiosi, eravamo tra i pochi presenti e siamo entrati subito, senza fila.
L'Alhambra è spettacolare e immensa: una fortezza che racchiude costruzioni di vari stili. Per visitare il Palacios Nazaries bisogna rispettare un orario d'ingresso, quindi prima abbiamo visitato altri edifici, come il palazzo di Carlo V e la bellissima passeggiata fino all'Alcazaba, di fronte ai Nazaries. All'interno del Nazaries, ci sono chiostri e giardini acquatici, archi decorati a nido d'ape e stalattiti, soffitti in legno intagliato e decorazioni arabeggianti. L'unica difficoltà è stata trovare un momento per fare delle belle foto, data la presenza di tanti turisti rumorosi, soprattutto cinesi, giapponesi e i nostri connazionali un po' sguaiati.
Dopo i Nazaries, abbiamo visitato l'Alcazaba, una delle parti più antiche dell'Alhambra, che fungeva da area militare. Dalla torre "de la vela" si gode di una vista magnifica sulla Sierra Nevada, che domina Granada.
Conclusa la visita all'Alcazaba, ci siamo diretti al Generalife, percorrendo splendidi giardini, fontane e costruzioni arabe. Abbiamo notato che, in giugno, per gli spagnoli è ancora bassa stagione: i giardini erano in preparazione per il turismo.
Dopo l'Alhambra, abbiamo dedicato il pomeriggio al quartiere Albayzin, un dedalo di vicoli tra case bianche arrampicate sulla collina di fronte al complesso moresco. La giornata si è conclusa con la visita alla capilla real e alla cattedrale.
La Sierra Nevada è spettacolare. L'abbiamo percorsa tutta in senso antiorario, attraversando le Alpujarras e ammirando i villaggi bianchi di Bubion, Capileira e Trevelez, arroccati sulle pendici della Sierra, con i ghiacciai sempre ben visibili. Lungo la strada ci sono fiori e una natura rigogliosa, rendendo piacevole il percorso. La strada è perfetta, quasi 70 km di curve e asfalto ottimo, l'ideale per i motociclisti (forse i novelli Pedrosa e Lorenzo del posto fanno come noi in Raticosa il sabato). Il giro si è concluso con una salita sotto la Sierra, ma il villaggio turistico era deludente e praticamente disabitato.
Lungo la strada per Siviglia, ci siamo fermati alla laguna de Fuente de Piedra, poco dopo Antequera. Il paesaggio è spettacolare: questo grande lago naturale permette di avvistare moltissime specie di uccelli, tra cui i meravigliosi fenicotteri rosa. Ci sono casette d'osservazione che permettono di stare all'ombra :) e fare foto spettacolari. Arrivati a Siviglia, con già 40 gradi, abbiamo montato la tenda al campeggio e approfittato subito della piscina. A differenza del nostro clima umido e fastidioso, a Siviglia il caldo è secco, quindi all'ombra è molto più tollerabile. Infatti, durante i bagni in piscina, dovevamo spostarci dal sole all'ombra perché avevamo addirittura la sensazione di freschino :)
Di prima mattina, siamo entrati nell'Alcazar di Siviglia: spettacolari giardini fioriti e archi magnificamente lavorati. Non ci sono dettagli particolari da citare, perché è tutto eccezionale.
Subito fuori dall'Alcazar, abbiamo visitato la cattedrale e la torre della Giralda. Dopo una fila prevedibile, abbiamo ammirato le bellezze degli interni e, soprattutto, le vedute spettacolari dalla cima della Giralda, da cui si osservano l'Alcazar, la città e la plaza del toro.
Nel pomeriggio, dopo una meravigliosa paella, ci siamo dedicati al Barrio de Santa Cruz. Passeggiare tra le sue viuzze, ammirare i patii fioriti e respirare la vita quotidiana dell'Andalusia al ritmo del flamenco è stato incantevole. Abbiamo prenotato i biglietti per uno spettacolo alla "casa de la memoria" per la sera stessa. Il flamenco è passione pura: ritmo, calore e sentimento... anche un gran caldo, visto che nel patio si boccheggiava! Tuttavia, lo spettacolo è stato entusiasmante. Mi sono bastati i primi cinque minuti di chitarra (essendo chitarrista, l'ho apprezzato particolarmente) per provare un misto di emozione e commozione. Il canto e il ballo hanno poi lasciato tutti senza parole.
Oggi è il giorno degli archi più fotografati dell'Andalusia, quelli della Mezquita di Cordoba. Dalle 9 alle 10 si svolge la messa, e l’ingresso è gratuito, ma le donne non possono entrare con le spalle scoperte. Dalle 10 in poi si paga il biglietto, e si può entrare anche in abbigliamento poco rispettoso, cosa che rende la visita una mera questione commerciale, più legata al denaro che alla religione.
Lo spettacolo degli archi rossi e bianchi, insieme all'immensa vastità della struttura, è talmente bello che è difficile descriverlo a parole… bisogna vederlo!
Proseguiamo la visita della città esplorando l'Alcazar de los Reyes Cristianos. È un edificio notevole, con giardini fioriti e fontane. Sebbene i giardini siano più moderni, vale la pena fare una bella passeggiata.
Continuiamo poi nella Juderia, il quartiere ebraico, per ammirare i famosi patio di Cordoba.
Nel pomeriggio ci spostiamo agli scavi archeologici della Medina Azahara. Il percorso è interessante, anche se c'è ancora tanto da scavare e scoprire. Probabilmente tra qualche anno la visita sarà ancora più spettacolare. Attenzione, però: il grande caldo rende faticoso visitare il sito, soprattutto nelle ore centrali della giornata. Consiglio di parcheggiare al centro visitatori e prendere una navetta per gli scavi, poiché non è possibile raggiungerli con mezzi propri.
Per arrivare a El Rocio, decidiamo di seguire la strada verso Isla Mayor e Dehesa de Abajo, attraversando paesaggi naturali meravigliosi, ricchi di fauna della Sierra de Donana. Vediamo tanti nidi di cicogne e diversi rapaci. Dopo qualche ora di guida lenta, assorti nella contemplazione della natura, arriviamo a El Rocio.
Le descrizioni lo paragonavano a una città da far west, e in effetti è proprio così. Le strade sono sabbiose, e il paese sembra uscito da un film western, tranne per il fatto che, invece dei cavalli, troviamo SUV e Jeep parcheggiati ovunque. Proviamo a entrare in paese con la moto, ma presto rinunciamo, perché la strada è più spiaggia che sabbia battuta.
Il giro è bellissimo e poco trafficato in giugno: vale davvero la pena.
Nel trasferimento a Tarifa, facciamo una tappa alla cantina Gonzales Byass a Jerez de la Frontera, famosa per lo sherry e il brandy di Tio Pepe. La domenica era l'unica cantina era aperta, quindi per visitare le altre è meglio venire durante la settimana.
La visita è molto interessante: ci spiegano passo dopo passo la storia e le tecniche di produzione dello sherry e del brandy. Alla fine c’è un fantastico giro di degustazione con tapas e 4 bicchieri di sherry diversi. La ripartenza da Jerez, con 40 gradi di sole e dopo aver bevuto 4 sherry, è stata un po' avventurosa... ma c'erano degli anziani inglesi che, durante la degustazione, non hanno mai smesso di cantare. Gli spagnoli dello staff li guardavano stupiti, e gli ho detto che il merito era del loro buonissimo sherry!
Oggi è dedicata alla rupe di Gibilterra. Si capisce subito perché è ancora inglese: il clima sembra tipicamente britannico, nebbioso e umido, al contrario del bel sole che ci ha accompagnato in Andalusia. Anche qui stanno ancora preparando per la stagione turistica.
L'ingresso all'Upper Rock è teoricamente sorvegliato da una sbarra e richiede un biglietto d'ingresso. Alle 9:00, però, siamo solo noi, e la sbarra è aperta e incustodita, così entriamo comunque e visitiamo i Great Siege Tunnels, parte del sistema difensivo della rocca. All'interno ci sono ricostruzioni storiche di armi e scene del periodo, molto interessanti.
Il panorama è stupendo, nebbia permettendo! Durante il giro, ripassiamo all'ingresso e ci chiedono come siamo entrati... poiché il controllo comincia solo alle 10:00.
Abbiamo poi visitato le altre attrazioni: le bertucce di Gibilterra (per fortuna nessuna è salita in moto!) e le St. Michael's Cave, con le loro bellissime stalattiti. Nel pomeriggio facciamo un salto a Tarifa per prendere informazioni sul whale watching.
Ci dirigiamo subito verso Ronda, godendoci il paesaggio della Sierra de Grazalema e i suoi pueblos blancos. Ronda è una città davvero particolare: è costruita su due lati di una profonda gola, collegati da tre ponti. Il panorama è splendido, e la gola con i ponti è spettacolare.
Visitiamo anche la plaza de toros, una delle più antiche e la più grande di Spagna.
Al ritorno, seguiamo la strada per Grazalema, ammirando ancora meglio la bellezza naturale della Sierra de Grazalema.
La mattina è dedicata alla visita di Vejer de la Frontera, in attesa del whale watching nel primo pomeriggio. Vejer è un bellissimo paese tutto bianco, arroccato su una collina che domina la zona. È piacevole passeggiare tra le stradine strette e ammirare gli scorci antichi e caratteristici. Alcuni dei patio visitabili sono davvero curatissimi e interessanti.
Lungo la strada tra Vejer e Tarifa, ci fermiamo ad ammirare le pianure di girasoli: un vero spettacolo, sembra di essere immersi in un mare giallo intenso.
Durante la gita in mare apprezziamo la bellezza dello stretto e ci avviciniamo molto alla costa africana. Vediamo diverse specie di delfini, ma purtroppo nessuna balena, anche perché non è il periodo giusto e ci vuole fortuna. Dal mare osserviamo come la Spagna sfrutti l'energia naturale, con pale eoliche e centrali solari ovunque. Preferisco vedere queste pale che deturpano il paesaggio piuttosto che hotel di lusso o ville per pochi privilegiati
Durante il rientro, siamo tentati di fermarci a Barcellona, ma con pochi giorni di ferie rimasti preferiamo rimandare la visita a un momento in cui potremo dedicarle il tempo che merita.
La nostalgia dell'Andalusia si sente già al solo pensiero di dover tornare a casa, e sarà ancora più forte ora che quest'esperienza è diventata parte di ricordi indelebili.
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